mercoledì 18 novembre 2009


LE AGGRESSIONI AVVENGONO   QUASI SEMPRE ALL'INTERNO             DELLE   FAMIGLIE                                                                             IL GRUPPO -AIUTACI A TROVARLI-SI OCCUPA DI DONNE-MALTRATTATE,PICCHIATE,VIOLENTATE
NON LASCIARE CHE LA TUA VOCE SPROFONDI NEL SILENZIO


Nel 1989 le responsabili locali, rivolsero formalmente un appello all'allora amministrazione Vitali affinché si pianificasse un intervento in merito ai frequenti episodi di violenza che si stavano verificando con sconcertante frequenza sulle strade bolognesi. La decisione comunale fu quella di gestire l'emergenza in stretta collaborazione con i nove quartieri della città. Tra questi, fu il quartiere Saragozza a individuare l'esigenza di un centro di ascolto telefonico per donne maltrattate.

Per mano di un gruppo misto costituito da rappresentati locali del Comune, del Quartiere e dei servizi socio-sanitari, nonché da cittadine volontarie, dopo 8 mesi di formazione e sperimentazione prese il via SOS Donna, la linea telefonica contro la violenza.

"Il nostro servizio ha l'intento di incentivare e accompagnare le donne che ci contattano nel doloroso e faticoso percorso di uscita dall'isolamento e dal silenzio, di socializzazione del proprio dramma e di rilettura critica della propria condizione", ci spiega Luisa Vigetti, presidente dell'associazione.

In più di dieci anni di attività SOS Donna ha lavorato in collaborazione con i centri antiviolenza della regione cercando soluzioni focalizzate ad un problema evidentemente sottovaluto dalle amministrazioni locali. Oltre al servizio di ascolto telefonico, infatti, l'associazione fa da intermediario tra la vittima e i centri territoriali di accoglienza o di assistenza psicologica, socio-sanitaria e legale prestando un valido contributo al contenimento di quella che di rivela essere una vera e propria emergenza.

L'ultima indagine condotta in Emilia Romagna, infatti, denuncia 1400 casi di maltrattamenti di donne nel corso del 2000. "E questa", specifica la Vigetti, "non è altro che la punta dell'iceberg, le donne costrette a subire violenza sono sicuramente molto di più. Si tratta di un fenomeno sommerso di cui è difficile rilevare la portata reale quindi le modalità di intervento adeguate".

La ricerca conoscitiva in questione, promossa dalla regione Emilia-Romagna e condotta da dieci centri contro la violenza alle donne tra cui anche SOS Donna, ha cercato di individuare la reale incidenza della violenza sulla popolazione femminile e le effettive necessità ed urgenze a cui le istituzioni locali devono dare una pronta risposta.

"Ciò che emerge", sottolinea Luisa Vigetti, "è che la maggioranza delle donne che contattano i centri antiviolenza non subiscono le aggressioni da parte di sconosciuti ma da componenti della propria famiglia e, nella quasi totalità dei casi, dal proprio partner". "Inoltre" continua "al contrario di quello che il senso comune condurrebbe a pensare, l'aggressore solo in rari casi appartiene a categorie marginali o problematiche, come tossicodipendenti o alcolisti. Dall'indagine regionale la violenza sulla donna si rivela essere un fenomeno sociale traversale che nella quotidianità è facilmente ignorato e taciuto".

Con questa consapevolezza le venti volontarie dell'associazione, oltre a fornire una risposta professionale e competente all'isolamento relazionale e all'abbandono psicologico delle donne maltrattate, lavorano per abbattere il silenzio culturale esistente attorno al problema. Il centro, infatti, svolge regolarmente attività di informazione, soprattutto nelle scuole, nonché di sensibilizzazione dell'amministrazione locale e delle unità operative territoriali.

"S.O.S Donna", conclude Luisa Vigetti, "tra battaglie politiche e rigidità amministrative, da dieci anni svolge l'importante e prioritario ruolo di mediatore tra l'amministrazione locale e un'utenza costretta al silenzio".
                                

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DONNE MALTRATTATE