mercoledì 18 novembre 2009

La paura per reagire alle violenze


 non subire; non essere neppure aggressive, ma assertive; Comportamento che la donna deve tenere in qualunque contesto, la persona passiva si pone nella condizione della vittima, la donna assertiva è quello che rispetta l'altro ma ha rispetto anche per sé». Parola di Mario Furlan, giornalista, scrittore e soprattutto fondatore dei City Angels, i volontari anticrimine disarmati in basco blu e giubba rossa, attivi in dieci città italiane e composti per il 40 per cento da donne. E’ stata una vera e propria lezione da manuale di difesa fisica, ma prima di tutto psicologica ed emotiva, quella che Furlan ha tenuto sabato all’auditorium Sant’Antonio di Morbegno su invito dell’Accademia del Pizzocchero di Teglio e di Soroptimist di Sondrio. Un incontro che segue il convegno di alcuni giorni fa sulla violenza nei confronti delle donne che ha evidenziato come anche in Valtellina la violenza sia diffusa, in particolar modo fra le mura domestiche, e che anticipa la giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre. Attento – anche se purtroppo esiguo – il pubblico ai consigli di Furlan che è andato al nocciolo della questione fornendo suggerimenti pratici al gentil sesso. Gentile certo, ma non sprovveduto e neppure impaurito. Il fondatore dei “baschi blu” ha tratto spunto dalla sua esperienza e dall’ultimo libro “Donne basta paura” scritto sotto un nuovo punto di vista. «Ci sono molto libri di autodifesa ma sono tutti uguali, non vanno alla radice del problema, dicendo come una donna possa evitare di essere soggetta a violenza – ha detto il giornalista che ha mostrato anche esempi pratici di difesa -. Questo vale sia per la casa sia per la strada. Mi è capitato molte volte di vedere situazioni pericolose, di incontrare donne che hanno avuto violenza sulla strada. Quando chiedo agli aggressori perché se la siamo presa con quella donna, mi rispondono: “perché è debole”. L’aggressore vuole vittime semplici, distratte, alla portata di mano, prendono la persona più vulnerabile, lo capiscono dalla postura, da come cammina, da come guarda. La vittime ideale è quella che non accetta». Ecco che il malintenzionato segue un percorso di tre “d”: dialogo, distrazione, distruzione. Dunque occorre guardarsi intorno. Quando si è in giro, mai essere in codice bianco, ovvero avulso dalla realtà, senza vedere il pericolo. Bisogna essere sempre in codice giallo, non nervosi ma attenti. Se notiamo che all'angolo della strada due persone ci guardano male scatta il codice arancione e devo pensare cosa fare. se queste persone sono a pochi passi da noi, ecco il codice rosso. Scattano l’ormone dell'adrenalina e la sensazione della paura che può bloccare, ma anche potenziare le reazioni. Avere paura in certe occasione serve a tirare fuori la grinta, fa pensare di poter sconfiggere il cattivo. Dunque basta paura, ma anche ben venga la paura se finalizzata.

Il tema della violenza sulle donne interessa la sfera della collettività non solo quella personale, è un problema che va affrontato non solo con il corpo, ma anche e soprattutto con la “testa”. Sono alcuni dei concetti emersi all’incontro a Morbegno, cui sono interventi – moderati dalla giornalista Rai Daniela Cuzzolin - Elena Fay vicepresidente Soroptimist Sondrio, Elvira Antonelli sostituto procuratore della Repubblica di Sondrio, Mario Furlan, Daniela Girandi Javarone madrina dei City Angels, Paolo Pardini giornalista Rai e conduttore di “Buongiorno Europa”, Luciano Regolo giornalista, presenti il sindaco Alba Rapella, il presidente dell’Accademia del Pizzocchero Rezio Donchi e l’artista Mario Vanini che ha creato per l’occasione la scultura “Spirale di luce”. Fay ha tracciato la storia dell’associazione il cui compito è quello di far emergere richieste di donne sommerse da vergogna e paura e di sensibilizzare i giovani. Sono in crescita, ma ancora da spronare, le donne che hanno il coraggio di denunciare una violenza subito. Relazione autorevole quella di Antonelli del pool di magistrati in rosa di Sondrio, istituzione che sta lavorando per organizzare la rete di informazioni e l’emersione del problema. «In molti passaggi del libro ho visto i soggetti degli autori del reato e ho rivisto le vittime – ha detto -. Mi sono annotata qualche frase : “Oggi è come ieri e come l'altro ieri. Il più forte vuole imporre la sua volontà e sconfiggere il più debole”. Vero, il problema della Valtellina è la violenza nella famiglia, fra le mura domestiche. Si parla di violenza sessuale, maltrattamento, prostituzione e stalking. Quello che qui dovrebbe essere attuato è un corso che miri a rafforzare la forza psicologica di reazione. Non salviamo “balene”, ma salviamo famiglie che non sono costituite solo da marito e moglie ma anche da minori. Invito a prendere coscienza di questi reati, perché la vittima deve sapere che, se vuole reagire, può contare su appoggi esterni. La donna deve essere aiutata a denunciare e a sostenere il dopo della denuncia. I dati degli ultimi anni dimostrano che siamo sulla strada giusta. Nella nostra realtà, dunque, per ritornare alla citazione, oggi non è come ieri, ciò che resta uguale, però è che il forte cerca sempre di imporsi». Pardini ha confermato che anche in Europa il 90% delle violenze avviene fra le mura di casa, ma anche che Italia e Paesi latini sono meno violenti nei confronti delle donne. Regolo ha, invece, parlato di come la notorietà di una celebrità possa falciare il muro di silenzio che una donna con violenza si trova ad affrontare. Il caso di Franca Rame lo dimostra nello straziante monologo in cui l’attrice ha raccontato la violenza subita. Infine Javarone, madrina e sostenitrice (anche economica) dei City Angels, ha suggerito che il libro di Furlan venga distribuito nelle scuole fra gli adolescenti.

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DONNE MALTRATTATE